Spigolo Micotti al Pizzo Cornera - Devero

Il vallone del Cornera è selvaggio e maestoso. La prima volta che l'osservai ero appena arrivato a Baceno, per cercare una casa in affitto per un paio di mesi

Mi chiedevo che montagne fossero, giocavo con lo sguardo, cercavo tra le pareti rocciose e le guglie appuntite possibili linee di salita. Mentre chiacchieravo con le persone locali oltre alle informazioni degli appartamenti, chiedevo anche il nome di quelle montagne. A parte il Cervandone, che quasi tutti conoscevano il resto della catena rimaneva un mistero.

Da quel giorno abbiamo fatto diverse passeggiate al Devero e qualche via di arrampicata alla parete Rossa e tutte le volte che mi capitava di fermarmi ad ammirare il Cornera ero affascinato dallo Spigolo Micotti e non capivo come una linea cosi bella, fosse stata dimenticata.

L'anno scorso, durante una gita al lago Nero, mentre Eleonora ed alcuni amici si riposavano al lago, io risali velocemente il sentiero per il bivacco Combi - Lanza per una prima esplorazione. Ben presto mi trovai sotto la parete.

Con me non avevo la relazione e così non riusci a capire esattamente dove attaccasse la via, alla base mi muovevo con attenzione sulle cenge erbose vedendo ogni tanto qualche traccia di possibili attacchi, ogni tanto qualche cordino incastrato in qualche fessura ... ma alla fine ritornai giù con le idee un po' confuse.

Quest'anno siamo ritornati in Ossola per la seconda volta e cosi il Cornera con il suo spigolo era di nuovo tra i miei pensieri.

Ad inizio agosto, dopo aver ricercato con fatica qualcuno che volesse venire con me ... sono riuscito a convincere Gianluigi e così una mattina siamo partiti molto presto dal Devero, verso la base della parete.

Alle 7.30 eravamo all'attacco, pronti per la lunga cavalcata al Cornera!

Appunti per la salita

Lo spigolo Micotti al Cornera è una linea alpinistica di altri tempi visibile dal pianoro del Devero. Una lunga "cavalcata" che ti fa vivevre una piccola avventura alpinistica....

(Nota: la relazione è quella che trovate su Gulliver con alcune note aggiuntive)

Difficoltà: TD+
Esposizione prevalente: Sud-Est
Quota partenza (m): 2500
Quota vetta (m): 2900
Dislivello complessivo (m): 400
Località partenza: Alpe Devero (Goglio, VB)

Punti appoggio: Bivacco Combi e Lanza,

Accesso: Dall’Alpe Devero, salire dapprima a Buscagna poi seguire il sentiero segnato per la Scatta d’Orogna. Raggiunta una caratteristica baita girare a destra e seguira le indicazioni ed il sentiero segnato (EE) per il bivacco Combi e Lanza, 2 ore. Al bivacco conviene pernottare, gas, fornello, pentole, coperte. Meglio prendere l’acqua in basso perché nelle vicinanza del bivacco non sempre c’è.

Noi abbiamo preferito partire al mattino verso le 5 dal Devero per andare direttamente all'attacco senza passare dal bivacco. La soluzione in giornata è fattibile ma è comunque importante partire presto per essere all'attacco verso le 7.30. In questo modo la parete prende il primo sole.

Note tecniche:Scalata di parete e cresta con 5 chiodi di passaggio e una sosta con due chiodi, per il resto tutta da proteggere. Roccia da buona a ottima tranne sull'ultimo risalto dove e' discreta. TD+, 500 mt sviluppo, passi fino al VII-.

3-4 chiodi (uno o due a lama, un lost arrow ed un universale), martello, una serie di nuts, una serie di friends fino al 2 BD, qualche TCU, 5/6 rinvii, cordini per allungare le protezioni, corda da 60 mt

Descrizione itinerario: dal bivacco scendere verso il laghetto a est e risalire i pendii erbosi fino all’evidente colletto. Salire su blocchi di 2° per circa 15 mt e raggiungere il ripiano alla base della parete.

Se si arriva dal Devero per fare la via in giornata non andare al bivacco ma tagliare direttamente a destra non appena si è usciti sulla dorsale erbosa.

L1:Salire due muretti facili intervallati da cenge erbose puntando a destra ad un pilastrino addossato alla parete.

Dalla base  del pilastrino è visibile il primo chiodo. Salire e poi scendere il pilastro traversando in leggera discesa sempre a destra 6a+. Dalla cima del pilastrino non farsi ingannare da un secondo chiodo visibile a circa due metri ma scendere e attravesare a destra.

Raggiunto un diedro coricato di roccia chiara lo si risale poi leggermente a sinistra per successivi piccoli diedri verticali si raggiunge un chiodo con fettuccia; da li non salire dritto ma aggirare lo spigolo a sinistra e ristabilirsi su di una buona cengia 6a+/6b. Sosta da attrezzare. Questo tiro presenta un traverso in discesa nei primi metri, per proteggere la progressione del secondo di cordata occorre avere occhio e sfalsare in modo opportuno le corde.

L2: Dalla sosta si vede un cordone sulla sinistra in alto probabilmente utilizzato da qualche cordata per delle calate in doppia. Non considerarlo e salire invece in verticale seguendo lame e fessure di roccia instabile, fino a raggiungere la base di un diedro verticale con delle lame incastrate , 5+, Sosta da attrezzare alla base del diedro su comoda cengia.

L3: salire il diedro in verticale fino a raggiungere un buon chiodo sotto uno strapiombino, roccia ottima. Andare a sinistra uscendo dallo strapiombo e dal diedro. Raddrizzarsi su di una placca liscia e raggiungere un chiodo. Dal chiodo non salire ma rientrare a destra nel diedro con un passo d’equilibrio. Complessivamente 6a+. Da li facilmente in sosta. Sosta a chiodi presente.

L4:seguire la fessura a monte della sosta che tende a destra. Prima di raggiungere un tratto verticale spostarsi ancora a destra su placca, poco proteggibile ma facile 5°. Siete adesso sulla cima del primo risalto. Andare ore un po’ a sinistra e, con facili passaggi, raggiungere una buona cengia dove sostare proprio sotto il muro finale del secondo risalto. Sosta da attrezzare.

L5: salire lo strapiombino di un metro e raggiungere una fessura verticale al centro della placca. Seguire la fessura verso sinistra e poi in verticale scalare la bella placca con concrezioni, 5+. Seguire ora il filo di cresta e fare sosta alla fine delle corde. Sosta da attrezzare su spuntone

L6: Non seguire tutta la cresta ma rimanere a sinistra per evitare alcune piccole torri che obbligherebbero a sali e scendi. Risalire quindi alcuni facili diedri e raggiungere la cresta a monte del secondo risalto, 4°+. Sosta da attrezzare. Seguire poi facilmente la cresta orizzontale ed andare a sostare sullo spigolo alla base del terzo risalto.

L7: Il terzo risalto presenta alla base un avancorpo sormontato da una cengia erbosa seguito da un lungo tratto di rocce coricate. Attaccare al centro la placca dell’avancorpo 5+, alzandosi prima al centro e poi verso sinistra, sosta da attrezzare.

L8: andare ora a sinistra ,entrare in un canale e uscire sulle placche sempre a sinistra, 4+; raggiunta la cengia erbosa salirla fino al suo termine sotto le rocce finali del terzo risalto. Sosta su massi.

L9, L10: salire la parte finale del terzo risalto stando 50 mt a sinistra dello spigolo e, seguendo un vago canale in parte erboso, puntare ad una evidente breccia a sinistra, circa 30 mt sotto la cima del terzo risalto. Nel complesso 4+ con soste da attrezzare.

L11: dalla breccia portarsi a sinistra e per facili risalti raggiungere il terzo risalto un po’ a monte della sommità,4+. Proseguire per circa 60 mt sulla facile cresta. Una volta raggiunta la base del 4° risalto, composta da rocce sfaldate, andare a sinistra per altri 50 mt e sostare.

L12: Salire ora su risalti e lame instabili andando a destra fino a raggiungere lo spigolo verticale alla sotto la vetta, 5°.Raggiunto lo spigolo si nota, un metro più in basso, un’ampia cengia rivolta a est, cioè oltre lo spigolo. Raggiungerla e fare sosta.

L13:

Le ultime due lunghezze del quarto pilastro si trovano decisamente a sinistra dello spigolo, questa è la via che abbiamo seguito ed è sicuramente consigliabile in quanto la roccia è più stabile. Riportiamo comunque la relazione tratta da Gulliver anche per l'ultimo salto. 

salire su sfasciumi per qualche metro e puntare ad una fessura verticale sormontata da un grosso masso incastrato e strapiombante 5+. Scalare la fessura ,6a, faticosa ed andare ad infilarsi nel sovrastante camino formato dalle pareti del diedro e dal masso incastrato. Seguire il breve camino e passare nel foro tra il masso e la parete per uscire al di sopra del masso stesso. Attenzione a non far incastrare le corde. Proseguire facilmente per una decina di metri e uscire sul pianoro sommitale. Per evitare l’attrito delle corde è possibile sostare subito all’uscita del foro per poi scalare facilmente gli ultimi metri di via.

Discesa

Noi abbiamo preferito l'alternativa del colle del Pizzo Bandiera. dalla sommità del 4° risalto percorrere verso nord ovest il pianoro sommitale. Scendere sulla morena detritica, ed andare a reperire il sentiero che scende verso l’Alpe Buscagna. Questo sentiero era in passato, la via normale per il Pizzo Cervandone ed il passo degli Ometti. Esso si sviluppa su terreno esposto e ripidi pendii erbosi. Se non si conosce l’itinerario è abbastanza difficile trovarlo in discesa e quindi diventa complicato scendere per questo versante soprattutto in caso di scarsa visibilità. In alternativa e più facilmente, si può attraversare fin sotto il pizzo Bandiera lungo pietraie. Rasile al colletto giusto a monte del Pizzo Bandiera e scendere poi sul lato opposto seguendo quello che è l’itinerario normale del Bandiera. La prima parte si svolge su ghiacciaio coperto di detrito, prestare attenzione, poi lungo il fondo della morena che porta ai piani della Rossa. Da li percorrere il sentiero GTA fino a Devero. Contare 3 ore per ritornare a Devero.