Storie di corsa: 12' La Stralanfranco

Tempo incerto, trasferimento verso Pavia, il ritrovo di questa corsa è all’interno del chiostro grande del monastero di San Lanfranco.

Il Walter mi cita date e descrizioni di questo luogo e mi spinge a trovare qualche notizia.
Esiste un sito dedicato a questo monastero pieno di indicazioni dettagliate su affreschi e storia – non voglio vendere cultura di seconda mano quindi se volete approfondire l'argomento cliccate qui

Voglio solo citare che di nuovo, e quasi senza saperlo , ci troviamo a passeggiare nella storia e non gli diamo nessuna importanza.

Non ci credete? Da un documento chiamato FUNUS MONASTICUM, un testo che apparteneva all'ultimo abate di S. Lanfranco, don Siro Beretta, si trovano queste datazioni:

· il 1236 per la consacrazione della chiesa da parte del vescovo Rodobaldo Cipolla,

· il 1237 per l'erezione del campanile

· 1257 per la costruzione della facciata.

· 1476 la ricostruzione del chiostro Piccolo

Cronaca della corsa

Si parte mentre smette di piovere e per fortuna decido di mollare l’antivento in macchina, sarei altrimenti sublimato prima del 5 km.
La prima parte del percorso è tutto un fiancheggiare il raccordo di Pavia poi alla deviazione dei 16 Km inizia la parte bella, il lungo Ticino che da Torre D’Isola porta a Pavia.

Il percorso è bello, pieno di curve strette nel bosco e sentieri che lambiscono in vecchio Fiume Azzurro.
Purtroppo non riesco a distrarmi per apprezzare ciò che mi circonda perché basta un nulla per cadere (esperienza fatta da qualcuno).
O di calpestare il ricordino di un cavallo (o elefante.........) che sembra abbia avuto la colite mentre era sul nostro percorso.
I ristori sono OK anche se al 2° ristoro c’è una sola persona che si dà comunque da fare per darci un pochino di liquidi.

E’ raro da vedere ma questa volta il gruppo con cui corro è molto numeroso e tutti sembrano fare una fatica bestiale a dispetto del crono che sembra darci dei super tapascioni. Mal comune mezzo gaudio...........
L’ultima salita in zona imbarcadero taglia definitivamente le gambe ma a fatica si arriva.

Ristoro finale OK ma premio per il gruppo poco consono (un salame) e che svilisce una buona esperienza.

(Pietro G)