il Punt da Féer - Sesto Calende

    

Il punt da Feer sovrasta il Ticino mettendo in collegamento la riva lombarda con la riva piemontese proprio nel punto in cui il fiume esce dal Lago Maggiore per riprendere il suo cammino verso il Po.

Si può definire uno dei simboli di Sesto Calende perché ha contribuito, per la sua posizione strategica, a far diventare questa località una realtà economica molto importante nel corso della storia, determinandone tutti i cambiamenti nell’economia, nella società e nel modo di essere della sua gente. Nonostante le vecchie fabbriche storiche del vetro e dell’aeronautica abbiano chiuso i battenti,  l’attività economica ha infatti trovato nuovo sviluppo in altri settori dell’industria, dei servizi e del commercio. Ed è soprattutto la sua vocazione turistica ad essere destinata a crescere.

Fu costruito nel 1952 per sostituire il precedente ponte in ferro realizzato nel 1882 che fu distrutto dai bombardamenti durante la guerra, interrompendo in tal modo ogni comunicazione, sia ferroviaria che stradale, tra Lombardia e Piemonte.

In seguito alla resa delle truppe tedesche in Italia, la Società Siai Marchetti di Sesto Calende, allo scopo soprattutto di occupare le maestranze rese inoperose dalla mancanza di lavoro in campo aeronautico e cantieristico, si fece promotrice di un'intesa col Comitato di Liberazione della provincia di Varese, per ripristinare il transito sulla strada del Sempione attraverso la costruzione di un ponte provvisorio per sostituire quello in ferro danneggiato.
Al momento dell'inizio dei lavori la Siai Marchetti però non disponeva che di una decina di barche, recuperate dopo il bombardamento che aveva praticamente distrutto il cantiere di S. Anna. Il nuovo ponte fu quindi costituito da barconi ancorati su cui poggiava un assito in legno e attraversava il Ticino circa 500 metri a valle del ponte di ferro con una lunghezza di m. 202 così distribuiti:
due testate su sostegni fissi di cui quello di sinistra della lunghezza di m. 17,50 e quello di destra di m. 27,50.

La parte centrale era composta da 50 coppie abbinate di barche di legno.

Il ponte a carreggiata unica aveva  due passerelle laterali pedonali, ciascuna con parapetto di legno ed era appoggiato su travi longitudinali; il piano era costituito da un doppio strato di tavole di abete e i galleggianti erano costituiti ognuno da due coppie di barconi collegati da un telaio per ripartire sui bordi il peso del carico mobile; ogni coppia era tenuta in sito da due grandi ancore, una a valle ed una a monte del ponte.
Subito dopo la costruzione il ponte fu ceduto al Ministero dei Lavori Pubblici, ufficio speciale del Genio Civile Viabilità.