Anello delle dighe della Valle Antrona

    
Percorso di interesse
Ideale per:
Escursionismo
Lunghezza
20 km
Fondo
Sentiero
Difficoltà a piedi
Impegnativa
Scarica traccia GPX

Partenza dal Lago di Campiccioli (1352 m), raggiungibile in auto dal Lago di Antrona, percorrendo una stretta strada asfaltata che risale a destra la montagna con rapidi tornanti (sconsigliata per chi non è abituato a guidare in montagna).

Per la salita sono consigliati scarponcini alti ed impermeabili, poiché si attraversano diversi corsi d’acqua ed in particolare sono molto utili nel tunnel dell’Enel, dove vi sono moltissimi tratti con pozze d’acqua.

Da Campiccioli alla Diga di Camposecco

Lasciamo la macchina vicino ai cartelli con la mappa dei sentieri e attraversiamo la Diga. Superata la Centrale dell’Enel, che si trova sulla sinistra, imbocchiamo il sentiero (segnaletica c34) che risale a destra in direzione di una bella cascata. Questo primo tratto è un po’ ripido e sporco, mezzo nascosto tra le felci, ma in breve diventa più agevole.

Saliamo per ripidi tornanti guadagnando quota, fino a raggiungere l’Alpe Curzet (1627 m), qui pieghiamo a destra. Superata una imponente cascata e dopo qualche saliscendi arriviamo in un’ampia vallata dove si trova l’Alpe Banella (1807 m), di cui ormai rimangono solo alcuni ruderi. Davanti a noi si apre la vista sull’imponente anfiteatro roccioso su cui sono posizionate la Diga di Camposecco (alla nostra destra) e la teleferica dell’Enel (a sinistra). Ben visibile da questo punto di osservazione il taglio sulla montagna per la traversata da percorrere da Camposecco alla teleferica, dove si trova l’ingresso al tunnel per arrivare alla Diga del Cingino.

Lasciando a sinistra il sentiero per Crestarossa, puntiamo a destra (segnaletica c34) costeggiando il torrente che scorre sul falsopiano e puntiamo al fondovalle dove si trova l’attacco dell’ultimo tratto del sentiero che porta alla Diga di Camposecco.

Attraversato il torrente, imbocchiamo una ripida scalinata che sale costeggiano la parete rocciosa, (sulla quale è ben visibile la scritta Camposecco) e prendiamo rapidamente quota, percorrendo i ripidi tornanti, per arrivare in un’ora di cammino alla Diga di Camposecco (2335 m).

Sul bacino del lago artificiale si aprono le vette delle Coronette, la Punta del Saas e il Pizzo Andolla , con i sui 3653 m di altezza, sulle cui pareti vi sono alcune interessanti vie alpinistiche.

Dalla Diga di Camposecco all'ingresso del tunnel dell'Enel

Superiamo il Bivacco Camposecco, lasciando il bacino del lago sulla sinistra e scendiamo lungo le vecchie rotaie, un tempo utilizzate per il trasporto dei materiali, fino ad arrivare alla bella mulattiera pianeggiante che costeggia il lato della montagna portandoci alle strutture dell’Enel alla’arrivoi della funicolare di servizio. Sotto di noi il vallone che abbiamo attraversato per raggiungere la Diga.

Qui, proprio dietro le strutture si trova l’ingresso al tunnel delle condotte dell’Enel, che ci porterà alla Diga del Cingino. In realtà c’è un ingresso prima, ma abbiamo scelto questo poiché a Camposecco abbiamo incontrato il guardiano della diga che ci ha consigliato di prendere il secondo ingresso, che consente di ammirare il panorama sottostante del bacino di raccolta della diga di Campiccioli e del Lago di Antrona, visibili dalla balaustra della costruzione. In effetti lo scenario è davvero notevole. 

Dall’altro lato dell’edificio si trova l’ingresso alla galleria

La traversata del tunnel

Apriamo la porta e veniamo investiti da una corrente gelida! 

Ci vestiamo per affrontare la traversata nelle viscere della montagna, dove la temperatura è nettamente bassa rispetto all’esterno.

Un interruttore temporizzato posizionato all’inizio della galleria, consente di avere un po’ di luce, ma è consigliabile avere anche le frontali. Per sicurezza, meglio spegnere e riaccendere, in caso sia passato qualcuno prima di noi, per evitare di trovarsi senza luce a metà del percorso.

Ci addentriamo perciò nell’oscurità. Il tunnel si sviluppa per 2,5 km, in piano e vi sono tantissime pozze d’acqua. In alcuni tratti delle passerelle metalliche ci permettono di stare sopra il livello dell’acqua, ma per il resto del tragitto meglio avere scarponcini alti e impermeabili per evitare di inzupparsi i piedi. A metà del percorso si trova un altro interruttore della luce. Finalmente il tunnel termina e una breve scalinata porta all’uscita.

La Diga del Cingino ed il Bivacco Cingino

Ancora un tratto di sentiero e ci troviamo sotto l’imponente sbarramento della Diga del Cingino (2250 m).

Talvolta è possibile osservare gli stambecchi che si esibiscono in strabilianti esercizi di equilibrio, arrampicandosi lungo la massicciata della diga per leccare il sale.

Risaliamo il sentiero verso il bacino artificiale su cui si affacciamo la Punta della Rossa, il Latelhorn (3198 m), la Punta del Cingino Nord (3227 m) e la Punta del Cingino Sud (3104 m).

Attraversiamo il ponte e superata la casa del guardiano imbocchiamo il sentiero di discesa. Poco più avanti si trova il bivacco Cingino, una bella costruzione in pietra posizionata su delle placche di roccia da cui si gode uno stupendo panorama sulla vallata sottostante.

Qui è possibile pernottare, per venire a fotografare gli stambecchi che sicuramente è più facile incontrare o verso sera o la mattina presto ed un ottimo luogo per riposarsi e rifornirsi d’acqua.

La discesa alla Diga di Campiccioli

Si riprende il cammino, da qui la discesa è molto più dolce rispetto alla salita, e vi sono diversi traversi pianeggianti.

Il primo tratto scende zizzagando tra sassi e dossi erbosi, poi si attraversa il torrente Sangorie e si percorre un tratto di bosco fino a giungere all’alpe Saler.

Da qui il sentiero entra in bellissimo bosco di larici secolari e costeggiando il torrente scende dolcemente fino ad arrivare ad un bivio in prossimità di una frana. Salendo verso sinistra in direzione di un bel pianoro si può costeggiare il Lago di Campiccioli fino alla Centrale, se invece si scende a destra, dritti lungo la frana si arriva al torrente, nel punto in cui si incunea in uno stretto canyon per poi sfociare nel bacino del lago.

Qui si attraversa un ponticello di ferro e si percorre un bel sentiero in piano, che costeggia anch’esso in il lago, seguendo gli antichi binari utilizzati per il trasporto dei materiali per la costruzione della diga. Il sentiero termina dopo uno sperone di roccia e un paio di piccole gallerie che ci portano ad uno spiazzo utilizzato per il parcheggio.

Scendiamo un breve tratto di strada asfaltata per tornare alla macchina.