Castello Visconteo di Abbiategrasso

    

Il castello Visconteo di Abbiategrasso venne edificato a partire dal 1381 sulle tracce di un precedente edificio, il castrum novum, di proprietà degli arcivescovi di Milano, situato in un punto di particolare importanza strategica tra  il Naviglio Grande e  la strada di collegamento Milano – Vigevano.

Proprio la fortunata posizione, che fece dell’edificio  un importante avamposto militare, indusse Gian Galeazzo Visconti a procedere ad un’opera di  “svecchiamento”, ristrutturazione e ripensamento di  forme e strutture. Il castello, una volta completato, divenne residenza estiva di alcune duchesse tra cui la duchessa Bona di Savoia, consorte di Galeazzo Sforza, che proprio in questo castello diede alla luce il duca di Milano Gian Galeazzo Sforza.

Evidentemente la stratificazione stilistica e storica segnò il destino di questo castello, più volte ancora sottoposto ad importanti cambiamenti che, a partire da quelli quattrocenteschi voluti da Filippo Maria Visconti ed dai rimaneggiamenti del XVII sino  a quelli ottocenteschi volti ad adibire i resti del castello ad abitazione privata, ne modificarono gradatamente l’assetto.

Sino al 1635 non smise comunque di svolgere un ruolo difensivo per il Ducato di Milano e, appena pochi anni dopo, il Governatore di Milano cominciò a smantellarlo,  affinchè non cadesse nelle mani dei francesi in occasione  degli scontri per la conquista delle terre padane. Solo a partire dall’ottocento i suoi resti vennero adibiti completamente a residenza privata finchè non  passarono  di proprietà comunale, prima come scuola e poi come sede di associazioni della cittadina di Abbiategrasso.

Un importante restauro del 1995  ha finalmente recuperato e valorizzato le diverse  sovrapposizioni della struttura architettonica e dei vari elementi decorativi. Si è cercato di riportare alla luce l’antica struttura viscontea, recuperando le grandi arcate a sesto acuto che delimitano il raffinato cortile interno e lasciando intravvedere ampie tracce di un rivestimento più antico, come ad esempio nelle finestre a tutto sesto in facciata.

Ma sono oggi visibili anche le murature esterne abbellite da finestre più ampie e decorate; le merlature; la struttura,  essenziale, a pianta quadrata con torri agli angoli, circondata da un fossato e dotata di un cortile porticato interno.

Nella parte interna troviamo gli affreschi voluti dai Visconti che segnarono il passaggio dell’edificio da avamposto militare a residenza signorile. Tra i tanti, è possibile leggere più volte il motto visconteo “A bon droit”.

Nell’ala est, all’ultimo piano, si sono infine voluti mantenere dei graffiti realizzati da carcerati quando la fortezza fu adibita a carcere.

Attualmente il castello è sede della biblioteca civica “Romeo Brambilla” e sede di incontri, mostre ed iniziative culturali e sociali.